Alcol e virus: suggerimenti per il corpo e lo spirito
La terribile Peste Nera del 1348 che devastò l’Europa e decimò la popolazione senese aveva anche spezzato l’equilibrio cittadino. Per la sua portata sociale ed economica, rimase come presenza paurosa e incombente per buona parte del Trecento. Tra le vittime “illustri”, solo per ricordare un personaggio a ricordo dei tanti, anche Bernardo Tolomei che, nato a Siena nel 1272 con il nome di Giovanni da una delle più importanti casate cittadine, morì il 20 agosto 1348. Per ovviare al male, ormai endemico, e salvaguardare la salute pubblica, si tentarono i più svariati provvedimenti, fra i quali incentivare e facilitare la vendita, sia al minuto sia all’ingrosso, e conseguentemente il consumo, di Vernaccia ritenuta un toccasana per la salute del corpo, con fama di preservare addirittura dalla peste. Per questo, il Consiglio generale del Comune di Siena deliberava, addirittura il 6 dicembre 1359, in occasione di una recrudescenza dell’epidemia, di favorire l’arrivo a Siena di grossi quantitativi di Vernaccia.
(P. Turrini)
L’Archivio del Consiglio Generale, uno dei 5 fondi dell’Archivio delle Riformagioni di Siena, conserva tutta documentazione di tipo amministrativo prodotta dal Consiglio Generale, le deliberazioni riguardanti tutti gli affari del Comune, le elezioni e le nomine degli Ufficiali cittadini e del contado, i verbali delle adunanze e delle votazioni, per un totale di 486 registri dal 1244 al 1808. Si tratta di una delle serie più consultate all’Archivio di Stato di Siena.
Per approfondire l’argomento, tra i diversi contributi sulla peste a Siena nel Trecento, rimandiamo a Gabriella Piccinni con un suo saggio del 1995:
– G. Piccinni, Siena e la peste del 1348, in Storia di Siena, I, Dalle origini alla fine della Repubblica, a cura di R. Barzanti, G. Catoni, M. De Gregorio, Siena, 1995, pp. 225-238.